Viaggiare con allergie alimentari non è un ostacolo insormontabile, ma richiede una preparazione seria. Non basta dire "Sono allergico". Devi essere pronto a far capire, in qualsiasi lingua, che mangiare un ingrediente può farti morire. E devi avere con te le armi per sopravvivere se succede.
Il kit medico: non è un optional, è la tua vita
Il cuore del tuo kit è l’autoiniettore di adrenalina. Non uno, ma due. Perché il 30% delle reazioni anafilattiche richiede una seconda dose entro 20 minuti. E se sei in un aeroporto, in un treno o in un paesino in Grecia, non puoi aspettare che qualcuno ti porti un altro farmaco. I modelli più comuni in Italia sono EpiPen® e Jext®. Controlla la data di scadenza prima di partire: se è tra 2 e 6 mesi, sostituiscilo. Non rischiare.
Accanto all’adrenalina, metti nel kit:
- Antistaminici orali: cetirizina 10 mg o loratadina 10 mg (due confezioni)
- Pomata a base di cortisone al 1% per eruzioni cutanee
- Disinfettante per la pelle e garze sterili
- Una copia del tuo certificato medico (vedi sotto)
Tutto questo va nel bagaglio a mano. Mai nel bagaglio stivato. Durante il volo, tienilo vicino a te, non nella cappelliera. Se ti senti male, devi raggiungerlo in meno di 10 secondi. Non c’è tempo da perdere.
Traduzioni: la differenza tra un errore e una tragedia
"Sono allergico alle nocciole" non basta. In molti paesi, "frutta secca" è una parola che include nocciole, arachidi, mandorle, anacardi. Se dici "frutta secca", potrebbero pensare che tu possa mangiare le nocciole. Devi essere preciso.
Il certificato medico deve dire esattamente:
- Il nome scientifico dell’allergene (es. "Latte di mucca", non solo "lattosio")
- Il tipo di reazione ("reazione anafilattica" - non "fastidio" o "mal di pancia")
- Le terapie necessarie ("Somministrare adrenalina immediatamente")
Deve essere in italiano e inglese. Se vai in Francia, Spagna, Giappone o Thailandia, aggiungi la traduzione nella lingua locale. Le traduzioni ufficiali costano tra 30 e 50 euro, ma valgono la vita. Non usare Google Translate. Il 50% dei certificati fatti in casa contengono errori che possono portare a somministrazioni sbagliate.
La soluzione più recente? L’app SafeTravelAllergy, lanciata da FoodAllergyItalia nel giugno 2024. Genera certificati tradotti in 25 lingue con un QR code che i ristoratori possono scansionare per vedere le informazioni mediche direttamente sullo smartphone. Già usata da oltre 14.500 persone. E dal luglio 2024, il Passaporto Allergologico digitale, accessibile tramite l’app IO, è diventato lo standard nazionale.
Il PGAA: il tuo piano di emergenza personale
Il Programma di Gestione Anafilassi da Alimento (PGAA) è un documento scaricabile da FoodAllergyItalia.org. Non è obbligatorio per legge, ma è il più efficace strumento che hai. Contiene:
- I tuoi allergeni specifici
- I sintomi che hai avuto in passato
- I dosaggi dei farmaci da usare
- Le istruzioni per chi ti assiste (es. "Iniettare adrenalina, chiamare il 118")
82 utenti su 100 che lo hanno usato lo definiscono "salvavita". Lo porti sempre con te, insieme al certificato. Lo dai al personale dell’hotel, al capotreno, al cuoco del ristorante. Non è un foglio da stampare e dimenticare: è la tua guida per far capire cosa ti sta succedendo, anche se non parli la lingua.
Compagnie aeree e trasporti: cosa ti aspetta davvero
Le compagnie come Emirates e Lufthansa hanno personale formato e offrono pasti ipoallergenici per 8 allergeni principali. Devi richiederli con 72 ore di anticipo. Alitalia fa lo stesso. Ma le low-cost? Ryanair, EasyJet, Wizz Air: coprono solo 3-4 allergeni, e non sempre li rispettano.
Un utente ha raccontato su Facebook: "In un volo Ryanair verso la Grecia, nonostante avessi segnalato l’allergia alle arachidi, hanno servito snack con nocciole. Ho pulito il tavolino e il sedile con salviette disinfettanti. Ho evitato una reazione". Questo è il livello di attenzione che ti devi aspettare. Non contare su di loro. Conta su te stesso.
Prima di partire, controlla sul sito della compagnia cosa offrono. E quando sali a bordo, avvisa il personale di volo: "Ho un’allergia alimentare grave. Se mi sento male, ho un autoiniettore. Ho bisogno che mi aiutino". Non aspettare che lo notino da soli.
Hotel e ristoranti: la battaglia più dura
Il 65% degli hotel italiani non ha personale formato sulla gestione delle allergie. In Svizzera, è il 28%. In Thailandia o Messico, il concetto di allergia alimentare è quasi sconosciuto. E le etichette non sono in inglese.
Non basta chiedere alla reception. Devi contattare direttamente il responsabile della cucina. Invia due o tre email prima della partenza. Chiedi: "Usate lo stesso tagliere per il formaggio e la frutta secca?" "Usate lo stesso olio per friggere i crocchette e il pesce?" "Avete un protocollo per evitare contaminazioni incrociate?"
Se l’hotel ha la certificazione "Allergy Friendly", è un buon segno. Nel 2024, 320 strutture in Italia l’hanno ottenuta. Ma il 61% delle strutture ricettive non ha personale formato. Non fidarti. Chiedi, controlla, ripeti.
Nei ristoranti, usa frasi chiare: "Non posso mangiare [allergene] perché rischio la morte". Non dire "Sono allergico". La parola "allergico" in molte lingue viene confusa con "non mi piace". La parola "morte" non lascia spazio a dubbi.
Destinazioni a rischio: dove stare più attenti
Il 42% delle reazioni gravi in viaggio avviene fuori dall’Europa. In Asia, le etichette non riportano ingredienti in inglese. In Medio Oriente, il latte può essere nascosto in dolci che sembrano vegetariani. In Messico e Thailandia, l’adrenalina richiede una ricetta medica anche per comprarla in farmacia. Se vai lì, portane due con te. Non contare di trovarla.
Le destinazioni più sicure? Paesi Bassi, Germania, Svizzera. Hanno leggi chiare, etichette obbligatorie e personale formato. Ma anche lì, non abbassare la guardia. Il Regolamento UE 1169/2011 esiste, ma non tutti lo rispettano. Controlla sempre.
Preparazione: non aspettare l’ultimo momento
Non puoi prepararti in un giorno. Servono 3-4 settimane.
- Consulta il tuo allergologo per aggiornare il certificato medico (20 minuti).
- Richiedi il PGAA da FoodAllergyItalia.org e stampane una copia.
- Traduci il certificato in inglese e nella lingua della destinazione.
- Controlla la scadenza dell’autoiniettore e compra un secondo esemplare.
- Contatta l’hotel e la compagnia aerea con 72 ore di anticipo.
- Prepara snack sicuri per i primi giorni del viaggio.
Porta con te cibi sicuri. Anche se l’hotel dice di poter preparare qualcosa, non sai cosa succede in cucina. Una barretta, un panino, un vasetto di frutta: meglio averli, che rischiare.
Cosa cambierà nel 2025 e oltre
Dal 2025, i menu digitali nei ristoranti italiani dovranno mostrare gli allergeni, grazie al Decreto Legge 12/2024. Entro il 2026, tutte le strutture con più di 50 posti dovranno avere personale formato. E entro il 2027, il 75% delle grandi catene alberghiere avrà protocolli certificati. La situazione migliora, ma lentamente.
Per ora, il tuo potere è la preparazione. Non la fortuna. Non la buona volontà del cuoco. La tua preparazione.
Frequently Asked Questions
Posso portare l’autoiniettore di adrenalina in aereo?
Sì, puoi e devi portarlo nel bagaglio a mano. Le compagnie aeree lo permettono, anche se è un farmaco controllato. Porta con te il certificato medico che lo attesta. Non metterlo nel bagaglio stivato: se il volo è ritardato o il bagaglio si smarrisce, non potrai usarlo quando ne hai bisogno.
Se ho un’allergia al latte, posso mangiare formaggi a pasta dura?
No. Il latte è l’ingrediente allergenico, non il tipo di formaggio. Anche i formaggi a pasta dura contengono proteine del latte di mucca. L’allergia non è al lattosio, ma alle proteine. Non esistono formaggi "sicuri" per chi è allergico al latte. Se non sei sicuro, evita tutti i formaggi.
Dove posso trovare un ristorante sicuro all’estero?
Usa l’app SafeTravelAllergy o cerca su Google con parole chiave come "allergy friendly restaurant [città]". Cerca recensioni recenti di altri viaggiatori con allergie. Preferisci ristoranti con menu scritti, non solo orali. Chiedi di parlare con il cuoco, non con il cameriere. Se non ti senti sicuro, mangia ciò che hai portato da casa.
L’adrenalina si può comprare all’estero senza ricetta?
In molti paesi no. In Thailandia, Messico, Turchia e alcuni paesi asiatici, l’adrenalina è considerata una sostanza controllata e richiede ricetta medica. Non puoi contarci. Porta sempre due autoiniettori con te. Non fidarti delle farmacie locali.
Cosa devo fare se mi sento male in un paese straniero?
Inietta subito l’adrenalina. Poi chiama il 112 (numero di emergenza europeo) o il numero locale di emergenza. Fai capire che hai bisogno di un’ambulanza perché hai avuto una reazione anafilattica. Mostra il certificato medico. Non aspettare che i sintomi peggiorino. L’adrenalina funziona in pochi minuti, ma non è una cura: serve solo a comprare tempo fino all’arrivo dei soccorsi.
Posso viaggiare con un bambino allergico senza un adulto?
Non è consigliato, soprattutto per bambini piccoli. Se devi farlo, assicurati che l’adulto che lo accompagna abbia ricevuto istruzioni chiare da un allergologo, sappia usare l’autoiniettore, abbia il certificato tradotto e il PGAA. Il bambino deve indossare un braccialetto di avvertimento. La responsabilità è troppo alta per affidarla a qualcuno non preparato.