Mindful drinking: come gestire alcol e bevande zuccherate con consapevolezza

Quante volte hai bevuto un bicchiere di vino dopo una giornata pesante, solo perché ti sembrava l’unico modo per rilassarti? E quanti cocktail zuccherati hai bevuto a una festa, senza nemmeno accorgerti di quanta zucchero stavi assumendo? Non sei solo. In Italia, come in molti altri Paesi, il consumo di alcol e bevande zuccherate è diventato un’abitudine automatica, quasi invisibile. Ma c’è un modo diverso per affrontarlo: il mindful drinking.

Cosa significa veramente bere consapevolmente?

Mindful drinking non significa smettere di bere. Non è un mese senza alcol, né una dieta rigida. È semplicemente decidere di bere, invece di lasciarsi trascinare. È chiedersi: Perché sto bevendo ora? E Come mi sento mentre lo faccio? Questo approccio, nato con il libro di Rosamund Dean nel 2017, non parla di colpa o privazione. Parla di scelta.

Invece di bere perché tutti bevono, o perché è venerdì, o perché ti senti giù, il mindful drinking ti invita a bere perché lo vuoi davvero. E se non lo vuoi? Non bere. Senza sensi di colpa. Senza giustificazioni. È un cambio di prospettiva: non si tratta di contare i bicchieri, ma di capire le ragioni.

Perché funziona meglio di “Dry January”?

Molti provano a smettere per un mese, poi tornano con la scusa: “Me lo sono meritato”. E finiscono per bere di più di prima. Perché? Perché la restrizione crea fame. E la fame porta all’esplosione.

Il mindful drinking non funziona così. Non ti dice di non bere. Ti dice di conoscere il tuo rapporto con l’alcol. Se bevi per calmare l’ansia, lo sai. Se bevi per non sentirti fuori posto, lo riconosci. E una volta che lo riconosci, puoi scegliere di fare qualcos’altro: camminare, chiamare un amico, bere un tè caldo. Non devi “vincere” il desiderio. Devi solo capirlo.

Secondo l’ONAV, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, questo approccio sta entrando nei corsi di degustazione. Non si tratta più solo di sentire il profumo del vino. Si tratta di sentire cosa ti fa sentire il vino. E se ti fa sentire meglio, o peggio. È un’esperienza sensoriale, non un esame.

Le tre regole d’oro del mindful drinking

Non serve un piano complicato. Basta seguire tre principi semplici:

  1. Bere meno, ma meglio. Un bicchiere di vino di qualità, assaporato lentamente, vale più di tre cocktail veloci. La qualità conta più della quantità.
  2. Ascoltare il corpo. Ti senti pesante dopo? Ti svegli stanco? Hai mal di testa? Questi non sono “effetti collaterali”. Sono segnali. Il tuo corpo ti sta parlando.
  3. Valorizzare il momento. Bevi per condividere? Per festeggiare? Per stare in compagnia? Allora fallo con attenzione. Non scolare il bicchiere. Goditi il sapore, l’odore, la temperatura. Il bere diventa un gesto, non un’abitudine.

Questo non è meditazione. Non devi chiudere gli occhi e respirare. Devi solo fare una pausa. Prima di alzare il bicchiere, fermati un secondo. Chiediti: “È questo che voglio davvero?”

Due amici in un bar italiano che brindano con cocktail analcolici artigianali, luce dorata e piante aromatiche.

Le bevande zuccherate non sono innocue

Molti pensano che se non beve alcol, va tutto bene. Ma le bibite analcoliche, i cocktail senza alcol, i succhi di frutta confezionati? Contengono zucchero a livelli altissimi. Un singolo cocktail analcolico può avere più zucchero di una barretta di cioccolato.

Il mindful drinking include anche questo. Non si tratta solo di alcol. Si tratta di tutto quello che metti dentro. Se bevi un drink perché ti sembra più “sano”, ma contiene 40 grammi di zucchero, non stai facendo un passo avanti. Stai solo scambiando un vizio con un altro.

Prova a leggere le etichette. Non devi eliminare tutto. Ma devi sapere cosa stai bevendo. Un’alternativa semplice? Acqua con limone, erbe aromatiche, ghiaccio. O tè freddo senza zucchero. Non è noioso. È più fresco. Più pulito. E ti fa sentire meglio il giorno dopo.

Come iniziare, senza sentirsi in dovere di cambiare tutto

Non serve partire da zero. Puoi iniziare con un solo cambio. Ecco tre modi pratici:

  • Decidi prima di uscire. “Stasera bevo solo due bicchieri.” Non dopo. Prima. E rispettalo. Anche se ti dicono “Ancora uno!”
  • Bevi un bicchiere d’acqua tra un drink e l’altro. Non per “diluire”, ma per rallentare. Ti aiuta a sentire il ritmo.
  • Scrivi come ti senti. Prima di bere: “Sono stanco, ho bisogno di rilassarmi.” Dopo: “Mi sento pesante, ho mal di testa, ho perso il filo della conversazione.” Non giudicare. Osserva.

Questo non è un diario. È un registro. Come un contatore di passi. Solo che invece di contare i passi, conti le sensazioni.

Chi ci guadagna davvero?

I benefici non sono misteriosi. Sono semplici, e arrivano in poche settimane:

  • Più energia. Non perché hai smesso di bere, ma perché il tuo corpo non deve più smaltire zuccheri e alcol ogni sera.
  • Sonno migliore. L’alcol ti fa addormentare, ma ti sveglia durante la notte. Senza alcol, dormi più profondamente.
  • Pelle più luminosa. L’alcol disidrata. Lo zucchero infiamma. Ridurli fa la differenza.
  • Controllo sulle emozioni. Non hai più bisogno di un bicchiere per affrontare una giornata difficile. Impari a gestire le emozioni senza sostanze.
  • Chiarezza mentale. Meno confusione, meno rimorsi, meno “ieri ho esagerato”. Ti senti più presente, con te stesso e con gli altri.

Un’indagine dell’Università di Catania ha mostrato che chi beve in modo consapevole, anche solo moderatamente, riduce il rischio di sviluppare dipendenze. Non perché è “più forte”. Perché ha imparato a riconoscere i segnali prima che diventino problemi.

Persona alla biforcazione tra un bar caotico e un giardino sereno, con un bicchiere d'acqua e un diario.

Quando il mindful drinking non basta

Questo approccio funziona bene se vuoi ridurre. Non funziona se hai già un problema serio. Se bevi per nascondere la tristezza, l’ansia, la solitudine, o se ti senti male quando non bevi, allora non è una questione di consapevolezza. È una questione di cura.

Il mindful drinking non è un sostituto della terapia. È un passo. Un passo verso la consapevolezza. Ma se ti senti schiacciato dal bisogno di bere, non devi affrontarlo da solo. Chiedere aiuto non è un fallimento. È la scelta più coraggiosa che puoi fare.

Il futuro del bere in Italia

In Italia, soprattutto tra i giovani, sta cambiando qualcosa. Non si tratta più di “ubriacarsi per divertirsi”. Si tratta di “godersi il momento senza perdere sé stessi”. I bar a Milano, Roma, Firenze, stanno sperimentando cocktail analcolici con ingredienti di qualità: erbe, spezie, frutta fermentata, acque toniche artigianali. Non sono “alternative”. Sono bevande pensate per essere assaporate.

Il vino non è più solo un prodotto da bere. È un’esperienza da vivere. E il mindful drinking lo sta trasformando in un gesto di benessere, non di fuga. Non è una moda. È un ritorno all’essenziale: bere per sentire, non per nascondersi.

Non devi essere perfetto. Devi essere consapevole.

Non c’è un modo giusto o sbagliato. Non c’è un punteggio da raggiungere. Se una sera bevi tre bicchieri e ti senti bene? Perfetto. Se un’altra sera bevi uno e ti senti meglio? Anche quello va bene.

L’obiettivo non è il numero. È la qualità della tua attenzione. Se bevi con consapevolezza, anche un solo bicchiere può essere un momento di pace. Se bevi senza accorgertene, anche uno solo può diventare un problema.

Non devi cambiare tutto. Devi solo iniziare a chiederti: “Perché sto bevendo?”

Il mindful drinking è solo per chi vuole smettere di bere?

No. Il mindful drinking è per chi vuole riprendere il controllo del proprio consumo. Non serve smettere. Serve capire. Puoi continuare a bere, ma in modo più intenzionale, più piacevole e meno dannoso.

Le bevande analcoliche sono più salutari?

Non sempre. Molti cocktail analcolici contengono più zucchero di quelli con l’alcol. Controlla le etichette. L’ideale è scegliere opzioni con zero zuccheri aggiunti: acqua con limone, tè freddo, erbe aromatiche. L’alcol non è l’unico nemico. Lo zucchero lo è altrettanto.

È vero che il mindful drinking migliora il sonno?

Sì. L’alcol ti fa addormentare più velocemente, ma interrompe il sonno profondo, soprattutto nella seconda metà della notte. Senza alcol, il sonno diventa più riposante e meno frammentato. Molti notano la differenza già dopo una settimana.

Cosa devo fare se mi rendo conto che bevo per gestire l’ansia?

Riconoscerlo è già un grande passo. Ora prova a sostituire il bicchiere con un’altra azione: camminare per 10 minuti, scrivere su un foglio cosa ti preoccupa, chiamare un amico. Se ti accorgi che non riesci a smettere di bere per gestire le emozioni, cerca un professionista. Non è un segno di debolezza. È un atto di coraggio.

Il mindful drinking è adatto a tutti?

È adatto a chi vuole migliorare il proprio rapporto con l’alcol. Non è adatto a chi ha una dipendenza conclamata. In quel caso, serve un percorso di cura specialistica. Il mindful drinking è un aiuto, non una soluzione per tutti.